News Confesercenti

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07 maggio 2019
Il 26 maggio si vota anche per il Parlamento Europeo: le proposte della Confesercenti.
“Le Piccole e Medie Imprese – afferma il presidente della Confesercenti Cesenate, Cesare Soldati - costituiscono la spina dorsale dell’economia europea"
Anche in considerazione di questo aspetto, la Commissione Europea ha dato vita allo “Small Business Act”, vale a dire una serie di principi pensati per tutelare e far crescere le piccole imprese. Come spesso succede, molti buoni propositi non si sono tradotti in fatti concreti e proprio per questo chiediamo che i candidati al Parlamento Europeo assumano l’impegno di realizzare i punti chiave contenuti nel documento”. “Pensando alle prospettive delle piccole imprese - prosegue Soldati - è fondamentale il supporto verso la loro digitalizzazione. In questo campo, le piccole aziende hanno bisogno di formazione e finanziamenti per gli investimenti in modo da renderle competitive nel mercato internazionale. Altro elemento importante è l’accesso al credito per le piccole imprese: servono strumenti finanziari nuovi; i regolamenti bancari devono essere orientati a favorire la finanziabilità delle piccole aziende piuttosto che ostacolarla con modalità “cucite su misura” per le grandi imprese”. “In relazione al commercio al dettaglio - spiega il presidente della Confesercenti Cesenate - nell’ultimo decennio gli esercizi con dimensioni inferiori a 400 metri quadrati sono diminuiti di oltre il 12% mentre quelli con dimensioni superiori sono aumentati del 27%. La spinta ad una maggiore apertura e competitività ha penalizzato i piccoli esercizi e non bisogna mai dimenticare che il commercio di vicinato è uno strumento con funzione sociale, di sicurezza e di qualificazione urbana. Va aiutato e nel contempo vanno regolamentate più efficacemente le vendite online, attraverso una web-tax che garantisca parità concorrenziale”. “Sul turismo - conclude Cesare Soldati - occorre considerare che conta ben 2,3 milioni di imprese a livello europeo; se consideriamo anche l’indotto vale oltre il 10% del PIL e quasi il 12% dell’occupazione. Un comparto in crescita che tuttavia non riceve l’attenzione che merita. Auspichiamo politiche più efficaci per sostenere il settore”.