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Strade e vie deserte, piazze vuote, bar, ristoranti e negozi chiusi con le serrande abbassate. Sono i tristi simboli di questo periodo buio. Così ci appaiono, in questi giorni dominati dal Corona Virus le nostre città, i nostri quartieri, le nostre frazioni. Il dramma che sta colpendo tutto il mondo e in modo particolare il nostro Paese sta richiedendo a tutti un grande sforzo, fatto di impegno e sacrificio, con lo scopo primario di superare l’emergenza sanitaria. La parola che ci viene in mente subito, dopo lutto e tragedia, è tristezza. Una tristezza che sembra infinita, ma che invece vogliamo che finisca il prima possibile. Le piccole imprese sono sempre più in difficoltà, protagoniste di una chiusura che sta avendo risultati pesanti sulla sostenibilità stesse ma che è indispensabile per la salvaguardia della salute pubblica. Per il mondo del commercio, del turismo, della ristorazione, dei pubblici esercizi, si profila una situazione drammatica che rischia di essere irreparabile e alla preoccupazione per la salute si aggiunge l’incognita per il nostro futuro. Il Governo e la Regione stanno mettendo in campo misure importanti che si affiancano a quanto fatto nelle settimane scorse per il mondo della sanità, del lavoro e delle famiglie. Occorre fare presto per salvaguardare un tessuto economico, e sociale, fatto di piccole realtà che sono la nostra principale caratteristica, il nostro plusvalore, la nostra ricchezza, il cuore delle nostre città. In questo difficile momento non dobbiamo perdere la fiducia, dobbiamo guardare avanti e pensare al futuro. Usciremo da questa emergenza sanitaria e torneremo ad uscire dalle nostre case, ad affollare vie e piazze. Dovremo essere pronti per rialzare le nostre serrande, aprire le porte delle nostre attività ed accogliere i clienti con un sorriso, anche se magari celato, ancora per qualche mese, dietro alla mascherina che sta diventando un oggetto quotidiano. Siamo abituati, nei momenti di difficoltà, a rimboccarci le maniche e a ripartire con forza. L’abbiamo fatto in passato, dobbiamo rifarlo appena sarà possibile, per far rivivere i nostri borghi e le nostre città. Ci sarà bisogno però dell’aiuto di tutti. Sarà indispensabile che gli acquisti vengano fatti nei negozi, nei bar, nei ristoranti e in tutte le attività artigiane e di servizio delle nostre città, dei nostri quartieri. Tornare a frequentare alberghi, stabilimenti balneari e termali del nostro territorio. E anche in questi giorni di acquisti on line privilegiamo le piccole attività, le botteghe del territorio, che si stanno attrezzando a dare servizi e assistenza ai propri clienti. Per ripartire ci sarà bisogno del contributo di ognuno di noi. Insieme ce la faremo.

Cesare Soldati, Presidente Confesercenti Cesenate