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10 dicembre 2021
Un Natale di ripresa e fiducia nel futuro
Serve, prima di tutto, un passaggio culturale da parte di tutti i cittadini: salvare le piccole imprese significa salvare i nostri borghi e le nostre città per come le abbiamo conosciute in centinaia di anni.
Esattamente un anno fa, il tasso di contagio da Covid in Italia era al 9,8% e le vittime del giorno 761. L’Emilia-Romagna era “zona gialla”; bar e ristoranti dovevano chiudere alle 18 con tavoli occupati al massimo da quattro persone. Il PIL del 2020 si è chiuso a -8,9%. Oggi abbiamo un tasso di contagio di poco superiore al 4%, le vittime sono meno di cento al giorno e le possibilità di movimento delle persone sono ampiamente maggiori rispetto allo scorso anno. La previsione di crescita del PIL è di +6%. Le risorse del PNRR, se ben utilizzate, potranno garantire interventi pubblici e privati di grande rilievo. In questo contesto, che permette di pensare al futuro con ragionevole ottimismo, i comparti del commercio e turismo sono quelli che tuttora vivono criticità pertanto chiediamo siano aiutati e considerati in tutta la loro importanza.

L’avvicinamento alle festività natalizie può e deve rappresentare la molla per spingere le speranze del commercio al dettaglio non alimentare, che è di gran lunga il segmento in maggiore difficoltà. Serve, prima di tutto, un passaggio culturale da parte di tutti i cittadini: salvare le piccole imprese significa salvare i nostri borghi e le nostre città per come le abbiamo conosciute in centinaia di anni. Il commercio al dettaglio è sfiancato: da anni stretto fra grande distribuzione organizzata, crisi economica e crescita delle vendite online. Ci mancava solo il Coronavirus!

Oggi più che mai è necessaria un’iniezione di fiducia verso il commerciante, che passa anche attraverso il gesto concreto di fare spesa nei negozi di vicinato. Se un pezzo importante lo può fare il consumatore, con atteggiamenti responsabili, la guida è in capo al governo. Che con ogni probabilità non ha ancora capito la gravità della situazione e la necessità di interventi strutturali per salvare il settore. Prima di tutto con politiche fiscali adeguate, abbattendo le imposte per chi sceglie, coraggiosamente, di scommettere sul lavoro autonomo, mettendo in gioco sé stesso. L’ambito turistico, se la pandemia allenterà definitivamente la presa, avrà tutte le condizioni per ripartire e superare i numeri pre-pandemia. Si tratta di un settore dinamico per bar e ristoranti così come per stabilimenti balneari, hotel e campeggi. Niente è facile ma ancora più in questi momenti la tenacia, la capacità e la fantasia imprenditoriale tipica dei romagnoli, possono e devono rappresentare un valore aggiunto per la ripartenza.

Graziano Gozi, direttore Confesercenti Ravenna•Cesena